mercoledì 24 dicembre 2008

martedì 9 dicembre 2008

COMPLIMENTI E BUON LAVORO
AL NUOVO COORDINATORE REGIONALE !!!

domenica 19 ottobre 2008

Allenamento CORSO IT-AI


Oggi è l'ultimo giorno di allenamento per gli aspiranti IT e AI della nostra scuola. La mattinata comincia bene, il tempo è buono, ci rechiamo in perfetto orario al Centro visite di S. Marco in Lamis, e qui tutti gli aspiranti ci attendono per la consueta stretta di mano, sono presenti SCS, Speleo Montenero e Speleo Apricena. Distribuito il quiz, si comincia. Qualcuno copia, qualcuno no, tutto sommato la prova è di facile risoluzione. Qualche breve chiarimento sulle domande, e via si riparte per la palestra di roccia a Valle di Vituro. Si attacca la parete su ogni lato, il rumore di martelli, pianta spit, moschettoni e ferraglia, echeggia in tutta la valle. Ogniuno, attento a quello che sta facendo, ripassa silenziosamente e mentalmente le varie tecniche. La pausa pranzo è breve, ogni minuto è prezioso per ripetere, ripetere, ripetere. La giornata termina come di consueto al solito bar di Borgo Celano tra odor di caffè e uova sode ammuffitte (signoraaaa!!! si contenga!!!! Ha Ha Ha).

Un in bocca al lupo a tutti gli aspiranti IT e AI, e questa volta... io speriamo che me la cavo!!!!

giovedì 16 ottobre 2008

Attacco alla Forra

USCITA: FORRA
LUOGO: ZONA MASSERIA CAPUANO, MANFREDONIA (FG)
L’SCS dà subito prova di rapidità di movimento e decisione, partendo, come sempre, in perfetto orario dal luogo d’incontro ai magazzini. Dopo aver raccolto la benedizione di Presidente e Direttore, grazie a macchine potentissime che non temono sassi, terra o vegetazione in un attimo si raggiunge la base della forra da conquistare. Dopo un brevissimo consulto si decide di attaccare la montagna a piedi e dal lato sinistro.
Non c’è il caldo di Pulsano ma la fatica non è da meno: Mami accusa lo strappo iniziale ma non molla e riporta a casa interi sia i pantaloni, sia lo smalto delle unghie. In maniera ordinata e sempre con passo deciso, la fila di coraggiosi guadagna metro dopo metro, lottando contro una vegetazione spinosa.
L’OTTIMO Gertrud , che chiude la fila, si lancia in esplorazione solitaria, individua e fotografa una grotta sul lato sinistro battezzata “Gertrud 1” (anche se dicerie locali vogliono la grotta già scoperta ed indicata come “della terra rossa”).
L’anziano IT incoraggia amorevolmente il gruppo fino alla cima con dolci parole e carezze.
Ci si butta a capofitto nell’oscura vegetazione della forra fino al primo salto in corda. L’ospite d’onore Gennaro fa da apripista mentre Furetto e Slave chiudono sorvegliando il regolare svolgersi delle operazioni, allenandosi duramente per la prova che li attende due domeniche dopo.
Si susseguono una serie di salti brevi, ma che ci portano in profondità del sempre più stretto canyon. Gennaro, Nunzia, Antonella e l’OTTIMO Gertrud proseguono in libera laddove anche i più spericolati usano le corde.
Lodevole e ammirevole l’armonia che regna sovrana in tutti gli elementi del coraggioso gruppo e che pervade tutta la forra. Ci muoviamo e respiriamo all’unisono, come un unico corpo.
Gennaro arriva fino in fondo, resistendo anche alla dolorosissima mancanza di un accendino. Graziella e Nancy dimostrano tutto il loro amore per la natura invitando a cena a casa loro tutti i lumaconi che si trovano in giro. L’OTTIMO Getrud combatte e resiste ai dolori di un ginocchio malandato in maniera eroica, ma è costretto a versare alla montagna un tributo in maniglia e pedale.
Colpo di coda della natura: finita la discesa, le ultime centinaia di metri sono interamente coperte da una folta ed impervia giungla di rovi. Fortunatamente Gennaro, Armo 45 e Slave aprono una pista a suon di improvvisati machete. Sulla via verso le auto scorgiamo anche due scalatori che attaccano una magnifica parete. Finalmente si mangia: comodamente seduti si assaggiano piatti prelibati, si pasteggia con del “Nero/a di Troia” e mentre si recuperano le forze, si discute amabilmente di filosofia e di altri temi ad alto contenuto morale e civile.
Tappa finale: immancabile sosta da Tittino e qui l’OTTIMO Gertrud in maniera del tutto spontanea e volontaria offre una sfilza enorme di caffé a tutti.
Ancora una volta siamo arrivati fin dove volevamo….

P.S. S’ truet na manigghie e nu p’del……purtetamill!!!!

venerdì 26 settembre 2008

Alla ricerca del Serpente perduto


Attori protagonisti: Furetto, Slave, Spilungone, L'anziano, L'exCorsista
Regia: quelli del Catasto
Comparse: qualche mucca, la serpa nera

Questa volta l'organizzazione era perfetta. Abbiamo consultato il catasto e preso nota delle coordinate, nella consapevolezza che avremmo trovato il nostro buco. Siamo partiti in ritardo per sistemare le corde e le attrezzature. All'arrivo nei pressi della grotta, le coordinate ci hanno portato, in realtà, ad un buco fantasma. Abbiamo cominciato a girare tutte le doline nelle vicinanze, fino a quando un urlo nel silenzio,..."l'ho trovata........forse!!!!!", ci induce ad avvicinarci al fatidico buco, che in realtà non era il serpente. Stanchi ed esausti, dopo due ore di cammino, su e giù per le doline, ci siamo fermati per mangiare sul fondo. Il cibo ci ha dato forza e abbiamo ricominciato a cercare per verificare altre coordinate. Ma anche questa volta al posto del buco, abbiamo assaporato la bellezza di un panorama naturalistico. Foto di rito e a un certo punto una "serpa nera" ci indica la direzione da seguire. Scendiamo in un'ultima dolina e li Furetto con un urlo,...la vì, la vì!!!, ci invita ad avvicinarci. Entriamo in grotta alle 14.00 e scendiamo la strettoia di 40m in fila indiana, qualche piccolo pozzo e il tempo per il serpente è ormai scaduto, esausti risaliamo. Doveva essere un'esplorazione all'interno del serpente invece si è verificata una vera e propria spedizione nel bosco di Rignano Garganico, un sincero GRAZIE ai nostri cari amici del ca...catasto.

venerdì 19 settembre 2008

Uscita: Buco del Serpente

Nome della grotta: Buco del Serpente
Località: La Difesa - Comune di Rignano Garganico
Coordinate geografiche WGS84: Lat.: 41°42'15.91" N - Long.: 15°34'07.90" E
Indicazioni stradali: dalla strada panoramica SP22 di S. Marco in Lamis prendere Via Rignano Garganico, in direzione Rignano Garganico. Al Km 3.7 svoltare a destra per i Cento Pozzi (strada sterrata). Proseguire tenendo la destra fino a Casa De Maio. Zaini in spalla, proseguire a piedi per altri 700 m direzione 280° NO.


Attrezzatura necessaria: munirsi di attrezzature speleologiche per la progressione di grotte verticali, abbigliamento di ricambio e scarpe adeguate.
La grotta: è caratterizzata da una serie di pozzi e strettoie verticale di varie altezze e difficoltà. Particolare attenzione và posta prima di accedere nell'ultimo pozzo, si tratta di uno stretto e breve cunicolo nel
quale per attraversarlo bisogna togliersi l'imbraco. Attualmente è la seconda grava del Gargano più profonda con i suoi -170 m, seconda solo alla Grava di Campolato.
Info: appuntamento ore 8.30 di domenica 21 sett. presso il magazzino dello Speleo Club Sperone.

A domenica, e in bocca al lupo a tutti, Gaetano

domenica 14 settembre 2008

Al ristorante dell'Abisso Cinese


Dal solito posto, alla solita ora, anche questa volta i giovani pionieri delle grotte sono pronti ad affrontare "Il Cinese", da tutti considerato luogo ostile e impervio. Alla luce di quanto ci è stato detto, abbiamo attrezzato gli zaini di corde, moschettoni, sacco d'armi e cibo. Tuttavia la giornata si prospettava non del tutto positiva. Usciamo fuori dal magazzino e l'acqua scende come se fossimo sotto la doccia. Ci guardiamo negli occhi e ... andiamo, non andiamo, pioverà, non pioverà! Ma come al solito ci ritroviamo nelle macchine pronti a partire. Per fortuna all'arrivo, in prossimità della grotta, la pioggia è svanita. All'imbocco della grotta, abbiamo trovato delle grosse gomme di camion che siamo stati costretti ad estrarre per entrare. I primi ad entrare, Furetto e Spilungone, ci lasciano di stecca un gran nuvolone. Il percorso caratterizzato da una serie di pozzi e strettoie, non è stato molto semplice per Spilungone, che per entrare nell'ultima strettoia si è trasformato in Carletto il principe dei mostri, che si allunga sette metri e trentatrè. La risalita si è trasformata in un pic nic, che all'uscita si è conclusa con un duello "bananoso". Il vincitore, come al solito, ha ricevuto come premio due banane. Dopo questa esperienza, possiamo affermare che le strettoie del "Cinese" si percorrono con facilità, rispetto a quanto ci avevano riferito.

venerdì 12 settembre 2008

Attività: Speleo in pantaloncini


Curiosando nella Speleologia, oggi si nota che, questo “sport” definito da molti “estremo”, abbia non poche lacune dal punto di vista della preparazione fisica e atletica. La stragrande maggioranza degli speleologici iscritti ai gruppi possono essere definiti “speleologi della domenica”. Su di essi è fatta una buona opera di sensibilizzazione riguardo ai rischi e ai pericoli cui vanno incontro girando per grotte, ma a mio avviso, quest’ultimi non si prevengono offrendo loro una buona preparazione fisica di base.
Certamente nozioni di tecnica speleologica e progressione in grotta sono un fattore indispensabile, e certamente le stesse aiutano gli speleologi ad avere una razionale utilizzazione delle energie necessarie per la progressione, ma non sufficienti. Il tutto dovrebbe essere coadiuvato da un corretto bagaglio di preparazione fisica che rende meno faticosa e più facilitata l’escursione in grotta, ma soprattutto migliora la reattività in caso di pericolo e la capacità di affrontare una situazione atipica. Una buona tecnica speleologica serve a poco se il nostro corpo non è in grado di sostenere addirittura un avvicinamento alla grotta, quando questo, per esempio, si struttura su un altura.
A tal proposito propongo di attuare un protocollo di allenamento strutturato prima di affrontare grotte di difficoltà media ed elevata:
  1. Programmare attività sportive multilaterali che coinvolgono le capacità motorie di base
    Attività di trekking, in mountainbike, o di corsa da svolgere almeno una volta alla settimana, attività in palestra da svolgere almeno una volta alla settimana

  2. Programmare escursioni speleologiche mirate
    Attività in palestra di roccia o grotte di facile accesso, attività in grotta che abbiano caratteristiche simili alla grotta obiettivo dell’uscita domenicale

Gaetano

mercoledì 10 settembre 2008

L'Abisso delle Volpi

Giovedì sera si decide l'uscita di domenica. Si rivisiterà l'Abisso delle Volpi fino in fondo. Partenza 8.30 dal magazzino. Domenica mattina ci ritroviamo spilungone, il vecchietto e furetto. La cavità si apre ad una decina di km NNE di Borgo Celano in una vasta e suggestiva pianola carsica. Il primo pozzo profondo 21 metri da accesso ad un meandro che si percorre in quota, da un ingresso stretto si raggiunge la base di un secondo salto, e ci ritroviamo davanti ad una suggestiva colata di bianca calcite. Si prosegue, in un pozzetto strettissimo in cui si accede scavalcando una sorta di soglia rocciosa alta circa 1 m, e qui il Furetto ha avuto l'accesso facile mentre per gli altri due un pò meno. Si prosegue in una discesa di 9 m e si arriva ad un cunicolo che conduce ad una serie di salti in cui confluiscono altre piccole condotte. Un pozzo da 12 m ed un successivo di altri 4, si arriva in un ambiente più ampio dove un ponte di roccia ti permette di fare un nuovo armo per scendere il pozzo da 16 m, per accedere alla saletta bassa e congrezionata dove si entra attraversando un buco nella colata calcidica simile ad un oblò di una nave, li troviamo una risalita di 3/4 m che conduce in un altra stretta saletta dove il Furetto è andato in avanguardia riferendo dopo un pò che era rimasto incastrato, a quel punto abbiamo capito che per la nostra fisicità era impossibile proseguire. Ritorniamo nella saletta congrezionata dove possiamo gustare il nostro pranzo di Nouvelle cusine (3 banane che il vecchietto offre sempre a tutti) il tutto sempre annaffiato da un ottimo integratore d'annata. Dopo aver ripreso le forze ci siamo organizzati per la risalita e il disarmo della grotta, siamo usciti alle 17.30 per tornare a San Giovanni Rotondo.

martedì 2 settembre 2008

Campo Braca nel Matese

Il giovedì come al solito definiamo un luogo da esplorare e da rivedere. Il Presidente propone Campo Braca nel Matese, non tutti sono daccordo e qualcuno inizia addirittura a descrivere i tempi tecnici per quel giorno e spiega che è poco convenevole arrivare sino in Molise, fare 600Km per scattare foto e girare filmati in una grotta che non appartiene al nostro territorio. Comunque all'appuntamento alle 8.30 al magazzino siamo tutti presenti. Partenza quasi puntuale, viaggio tranquillo fino al bivio per Campitello Matese, poi l'ennesimo miracolo le nostre carovane vengono colpite dal "PERDIAMOCI", la maledizione dei nostri spostamenti, abbiamo perso un "PEZZO". Nel frattempo abbiamo sostato e comprato mozzarelle e ricotta a 8.00 € al chilo. Dopo un pò (un ora circa), riusciamo a ricongiungere le carovane dell'Overland casareccio, si riparte. Arriviamo a Campo Braca alle 13.00 ed entriamo in grotta alle 13.45, le previsioni erano esatte. Quando arriviamo all'imbocco della grotta incontriamo un gruppo speleologico del posto e ci indica altre grotte da visitare sul territorio Matese. Iniziamo ad entrere tutti in grotta e subito a primo impatto ti rendi conto di osservare uno spettacolo sulla potenza dell'acqua. Cominciamo ad incamminarci tra cunicoli, corridoi, strettoie, strane forme di stalagmiti e stalattiti, colonne ed altro, alcuni tragitti erano fangosie inoltrandoci ancora di più nella grotta il fango e l'acqua aumentava Ci siamo divertiti cercando di non bagnarci ma questo era impossibile. La grotta è meravigliosa e valeva veramente la pena fare tutti quei km per vedere una simile meraviglia del sottosuolo. Siamo usciti tutti soddisfatti, ma con qualche ferito, un ginocchio, una spalla e qualche caduta accidentale. Ci siamo lavati, cambiati e cibati (e qui nessuno ci frega). Il ritorno tranquillo. Arrivo alle 22.00 a San Giovanni Rotondo.

lunedì 14 luglio 2008

Escursione agli Eremi di Pulsano

La nostra visita agli eremi di Pulsano ha inizio con una piccola presentazione teorica sulle origini storiche di Pulsano ai giorni nostri, poi ci incamminiamo su per la montagna quasi in fila indiama e giungiamo all'Eremo di San Giovanni da Matera (fù uno dei maggiori riformatori del monachesimo in Italia meridionale che rispettava le regole benedettine), proseguiamo ancora un pò, e come per magia, ci perdiamo, o ci siamo capiti male o non ci siamo spiegati, fatto sta che abbiamo preso due strade diverse. Il Presidente a destra dell'Eremo di San Giovanni e tutti, ma proprio tutti, a sinistra laà dove pensavamo ci fosse una strada turistica, mentre, quella di destra era una strada più impervia, e visto che avevamo gente a seguito, che era già sfinita, avevamo pensato bene di seguire l'altra strada (quella di sinistra). Ma non è andata affatto bene, abbiamo fatto il doppio o forse più, della strada che avremmo dovuto fare. Dopo un pò, troviamo la strada giusta e raggiungiamo il Presidente che, ci aspettava seduto in meditazione mentre fumava il suo tabacco al profumo di vaniglia nella sua adorata pipa. Alla sola vista di lui Nancy e Lucia si sono scatenate, erano furiose (e soto sotto un pò tutti), sembravano due yorkshire rabbiosi contro la calma e l'indifferenza di un S. Bernardo. Sbollita la rabbia (in fondo in fondo eravamo un pò tutti provati dalla stanchezza, il caldo e la sete), ci è tornato il sorriso, proseguiamo verso gli Eremi inerpicandoci sulle rocce e salendo i gradini ricavati direttamente sul banco roccioso e costruiti da antichi frequentatori. Guardando il paesaggio ci tornava la voglia di esplorare, osservare e immaginare come poteva svolgersi lì su quella montagna così impervia la vita quotidiana. Tutto intorno all'Abazia, si estende, una interessante area archeologica che si associa alla natura carsica del territorio, costituito da anfratti e piccoli ripari in grotte dove sono evidenti, al loro interno ed esterno, le profonde incisioni sulle pareti, necessarie per convogliare l'acqua percolata attraverso la roccia, magari in una cisterna anch'essa ricavata nella roccia. Oltre a questi ripari, il territorio sarà stato ricco di vegetazione boschiva e quindi inaccessibile e difficile da raggiungere. Vegetazione che saà poi diminuita definitivamente da disboscamenti selvaggi e incendi di natura dolosa. In seguito quindi la multiforme irrazionalità delle attività umane ha modificato il paesaggio e le strutture, a volte in modo tale da cancellare le antiche tracce. Questa è solo una piccola parte di quella che è Pulsano. Speriamo di poter documentare ancora di più di quello che abbiamo fatto, prima che tutto venga distrutto, e perchè no, sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza e il recupero di questi beni.